La Toews è canadese e appartiene alla comunità mennonita, chiesa anabattista, che predica il ritorno della religione alle origini e che detta precise e molto restrittive regole di comportamento. La formazione dell’autrice ne è stata fortemente influenzata e nei suoi libri racconta spesso di persone appartenenti a questa congregazione. Il fatto che alcuni membri della sua famiglia si siano suicidati, costituisce un’altra importante fonte d’ispirazione per i suoi romanzi.
Anche in “I miei piccoli dispiaceri” si parla di depressione e di suicidio. Elfrieda, la bella e talentuosa sorella dell’io narrante, Yolanda, ha provato più volte a compiere l'estremo gesto, a scapito di tutto l’amore e del successo che la circonda. Quanta fatica richiede vivere vicino ad una persona che pensa solo a come porre fine alla propria vita! Ed è con fatica appunto che Yolanda, il marito Nic, la madre, la zia, il manager Claudio, cercano in tutti i modi possibili di dissuaderla dall’intento. O di accettare la sua scelta…
Nonostante l’argomento possa sembrare lugubre, il romanzo non lo è affatto. La narrazione della vita di questa strampalata famiglia offre svariati spunti di divertimento. Ciò che soprattutto rende il libro molto piacevole è lo stile che è sempre lieve, la prosa intelligente, colte le svariate citazioni di poeti, scrittori, musicisti (anche il "mio" Bruce viene menzionato, con la sua inestimabile Thunder Road!) ed è spiritoso e ironico al punto giusto. Si ride spesso, ma naturalmente non mancano profonde riflessioni sull’esistenza e sul modo di vivere. Tutti i protagonisti, ma soprattutto le donne, sono personaggi indimenticabili, tratteggiati con precisione, perfettamente credibili, coerenti con loro stesse e con la vita che si sono trovate a dover condurre.
Consiglio dunque vivamente la lettura di questo o degli altri titoli citati, a meno che non siate particolarmente sensibili alla depressione.
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