In Exit West, l’autore ci racconta la storia d’amore vissuta in un paese non specificato (ma che facilmente potremmo identificare con una delle nazioni mediorientali distrutte da anni di guerra) da due giovani che sono costretti a fuggire per sopravvivere. Da rifugiati, viaggiano in un mondo stravolto dalle migrazioni di intere popolazioni che cercano di adattarsi meglio che possono nel paese che, spesso controvoglia, li ospita. L’espediente letterario che l’autore adotta per il “viaggio della speranza” dei migranti, che noi italiani identifichiamo con i barconi che a decine navigano nelle acque dei nostri mari, sono delle porte immaginarie, attraverso le quali i migranti giungono in un posto sconosciuto, dove ricrearsi un’esistenza è difficile e pericoloso. L’amore dei due protagonisti sopravvivrà a tali difficoltà?
Un romanzo attualissimo, scritto in stile unico e folgorante, che ci pone davanti ad un problema davvero complesso e di non facile né immediata risoluzione. Potremmo considerarlo un romanzo politico, poiché suscita molte emozioni che inevitabilmente generano domande, portandoci a riflettere su quanto la politica dovrebbe poter fare per migliorare le condizioni di tanta povera gente. Accettare il fatto che siamo tutti migranti potrà forse indicarci la giusta direzione verso la quale procedere per aiutare chi cerca altrove una vita migliore, questo sembra suggerire il libro di Hamid che annovero tra le letture imperdibili di quest’anno.
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