Il mio voto è: 7½
Ha ragione Fausto Malcovati (scrittore, profondo conoscitore della cultura russa) quando nel suo articolo su La lettura del 13 marzo afferma che è adesso, con la guerra in Ucraina che infuria, che è opportuno e necessario leggere e occuparsi di letteratura russa. Io purtroppo non ne so molto, ma mi è venuta una gran voglia di leggerne i grandi autori, soprattutto quelli del passato, quando Puškin. Gogol’, Dostoevskij, Turgenev, Tolstoj scrissero i loro capolavori. Data l’immensità del progetto e avendo pochi strumenti per selezionare le opere a cui dedicarmi, ho pensato di farmi aiutare da Paolo Nori, recentemente al centro di un affaire davvero poco piacevole di cui si è gran parlato: lo scrittore, traduttore, professore di letteratura russa si è visto cancellare dall’università Bicocca un seminario su Dostoevskij perché poco conveniente, dato il momento storico. Un po’ per sostenerlo comprando i suoi libri, un po’ perché vorrei cercare di capire maggiormente il popolo russo, inizio da due suoi testi (un romanzo/non romanzo il primo e una veloce rassegna da Puškin a Erofeev il secondo) il mio approfondimento “artigianale” della letteratura russa che, per riprendere il ragionamento di Malcovati, ha da sempre avuto il merito e il coraggio di opporsi ai tiranni, ai diktat, ai bavagli.
Il mio voto è: 9
Sono rimasta molto colpita dalla notizia che Stefano Massini lo scorso 13 giugno ha vinto il Tony Award per l’opera teatrale Lehman Trilogy, che ha debuttato al Piccolo di Milano nel 2015, tratta dal suo romanzo “Qualcosa sui Lehman”. Il romanzo è sul mio comodino, in coda, ma ho ripiegato sul più snello testo teatrale, data l’importanza del premio ricevuto dal bravissimo autore italiano, per capire velocemente di che cosa tratta quest’opera.
Il mio voto è: 8
Sono una lettrice affezionata, nel senso che quando un autore mi piace, leggo tutto quello che scrive. Non posso quindi non buttarmi a pesce sull’ultimo romanzo di Nevo, lo scrittore israeliano che stimo moltissimo e che ho anche avuto il piacere di ascoltare dal vivo durante la presentazione del suo romanzo “L’ultima intervista”, quando, prima del Covid, gli incontri con gli autori si facevano solo di persona… bei tempi! Nevo è, dicevo, un autore che mi piace molto: ho amato il suo libro forse più famoso, “La simmetria dei desideri”, letto d’un fiato “Tre piani”, molto apprezzato “L’ultima intervista” (tutti recensiti nel blog). Le sue sono storie universali, che toccano le corde giuste per una lettrice sensibile come sono io. Sono storie raccontate con una voce familiare, confidenziale ma che allo stesso tempo è poetica, ispirata, colta e mai banale. E soprattutto è una e sempre quella, senza snaturarsi mai: i suoi romanzi sono una certezza, insomma.
Il mio voto è: 7
Nonostante la piccola delusione di “Anna”, l’ultimo romanzo pubblicato da Ammanniti ben otto anni fa, ho subito comprato e letto in pochissimi giorni il suo nuovo libro: lo scrittore romano è tra i miei preferiti e lo seguo sempre con interesse.
Il mio voto è: 8½
Sono affezionata a Sartori, trovo che i suoi libri abbiano sempre qualcosa da darmi; l’autore trentino suggerisce infatti, con delicatezza, intelligenza e un’ottima prosa, costruita sulla cura della scelta delle parole, riflessioni, pensieri, spunti. I suoi libri sono differenti l’uno dall’altro ma ogni volta sorprendenti e imperdibili. Ecco perché lo leggo volentieri e lo raccomando.
Il mio voto è: 8
Come forse ricorderete, ogni anno Passione per i libri consiglia per la Giornata della memoria, un libro per non dimenticare e commemorare le vittime dell’Olocausto. Il bellissimo romanzo di cui raccomando la lettura oggi, 27 gennaio 2023, non è un libro sulla Shoa e sui tremendi fatti accaduti ai tempi del Nazismo, bensì una storia dei giorni nostri, ambientata in California a Palo Alto. L’ho scelto perché parla di antisemitismo ed è scritto da un’autrice israeliana molto dotata, secondo me (nel Blog trovate il suo primo romanzo, Svegliare i leoni).
Il mio voto è: 9
Che libro!! Il nuovo lavoro della scrittrice barese mi ha davvero colpito. Un romanzo che, una volta iniziato, non si riesce a smettere di leggere perché ci porta in un vortice di sensazioni e di coinvolgimento tali che difficilmente lo si interrompe.
(Trigger warning, maternità fallita, procreazione assistita…)
Il mio voto è: 8
Come si fa a resistere ad un titolo così? Ha subito colpito la mia attenzione e ho immediatamente cercato di capire di che cosa si trattasse. L’ho letto in un amen ed è un romanzo bellissimo (all’altezza del titolo!), che illustra in maniera davvero molto singolare uno dei temi più scottanti di sempre: la questione razziale e in particolare del razzismo in America, ponendosi in scia ai tanti romanzi che da anni invitano a riflettere su questo importante tema. Grazie ad un tocco surreale, il romanzo è originale, un po’ bizzarro, divertente, davvero godibilissimo, nonostante lo spinoso argomento. Molto ben commentato da critica e pubblico, è stato vincitore del National Book Award 2021.