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Venerdì, 03 Dicembre 2021 16:19

DI CHI E’ LA COLPA? Alessandro Piperno, Mondadori

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Il mio voto è: 7½

 

Il nuovo romanzo di Alessandro Piperno, a mio avviso uno dei migliori scrittori italiani, mi è piaciuto molto. Grazie allo stile impeccabile e raffinato, l’autore ben utilizza le sue doti di critico letterario e saggista per raccontare una storia che sa di autobiografia. Il risultato di cinque anni di lavoro è un bellissimo romanzo di formazione dal gusto vittoriano (tante sono le citazioni di autori ottocenteschi, da George Eliot a Dickens) adattato ai conflitti e alle problematiche del nostro tempo.

Scritto in prima persona, chi racconta è un ragazzino che vive a Roma in un quartiere popolare con due genitori litigiosi e apparentemente molto diversi: il padre è geniale, simpatico ma squattrinato e non in grado di mantenere la famiglia, la madre, insegnante di matematica, è riservata, solida, forse un po’ poco empatica. Tra di loro le discussioni sui debiti, sulle difficoltà economiche sono all’ordine del giorno e spesso sconfinano in veri e propri litigi che il giovane protagonista mal sopporta, soffrendo in silenzio. Accade che vengano invitati ad una festa durante la quale il ragazzo incontra, rimandone colpito e affascinato, i parenti materni: scopre così le origini ebraiche della madre che aveva sempre mantenuto uno stretto riserbo al riguardo. La donna viene infatti da una famiglia benestante dalla quale si è allontanata per motivi che lascio scoprire ai lettori. Questo evento, seguito da un cruento fatto di sangue, cambierà per sempre le sorti del ragazzino, che si troverà catapultato in una nuova identità, in una grande casa, attorniato da opulenza, nuovi affetti e nuove prospettive di vita. Il giovane protagonista cresce, ma, reso cinico e sprezzante dagli eventi passati, vivrà (e rovinerà) importanti relazioni amorose, sempre portandosi sulle spalle la sua storia ingombrante. La nasconde a sé stesso e agli altri, forse per non affrontarla veramente, ma il rimorso, la colpa per quanto accaduto, lo accompagnerà fino alla resa dei conti finale.

La colpa è uno dei temi principali del libro: crescendo, il protagonista perde la sua innocenza scoprendo che esistono le menzogne, gli inganni e soprattutto il devastante senso di colpa. Ed è un tema davvero attuale perché è ormai dilagante nella nostra società la scomparsa dell’idea della responsabilità individuale; si diffonde invece il comune sentire che la colpa non è mai personale, è di tutti o, addirittura, di nessuno. La risposta al titolo è aperta all’interpretazione del lettore, ovviamente non l’anticipo, ma potrebbe non piacere…

Grazie alla penna raffinata ed elegante dell’autore romano, il romanzo scorre avvincente e coinvolgente. La maturazione del ragazzino, ad esempio, e la sua lenta trasformazione determinata dagli eventi, viene descritta in modo davvero magistrale, rivelando la grande bravura dell’autore nel trattare le introspezioni e l’analisi psicologica dei suoi personaggi e i loro sentimenti. La storia è costruita in modo preciso e lineare, ricca di colpi di scena, i salti temporali necessari allo sviluppo della vicenda sono ben chiari e di facile comprensione. Notevole inoltre l’abilità dell’autore nel farci riflettere sulla condizione in bilico del mondo ebraico italiano, a metà tra l’attaccamento alle tradizioni e la tentazione di una più semplice vita laica, così come il forte fascino che lo Stato d’Israele ancora ha sui giovani idealisti. Secondo me, però, il romanzo perde di coinvolgimento verso la fine, quando il protagonista tenta il tutto e per tutto con l’amore della sua vita. Ho inoltre trovato debole la parte del confronto finale con la madre, quando i due, in modo irreale e a mio avviso grottesco e un po’ goffo, arrivano finalmente al chiarimento definitivo. A volte, ho anche avuto l’impressione che il romanzo fosse un po’ prolisso e pedante, alcuni passi risultano ridondanti, così ricchi di aggettivi e incisi. Ma è un mio limite: quando leggo, mi appassiono alla trama e non vedo l’ora di scoprire come va a finire, come procede la storia e mi spazientisco se il testo presenta troppe digressioni, ancorché pertinenti e magistralmente confezionate.

Da leggere? Sì certo, i primi tre quarti sono imperdibili….

 

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Letto 196 volte Ultima modifica il Venerdì, 03 Dicembre 2021 16:24

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