Temo quindi, e non me ne vorrete, che quanto leggerete di seguito, a proposito della sua autobiografia appena pubblicata, non sarà propriamente imparziale. Bruce si racconta in prima persona, ripercorre con un flusso continuo di ricordi la sua vita fin da quando era bambino, sulle strade della sua città natale Freehold, New Jersey. La sua storia ci avvince da subito, non un’infanzia facile quella del piccolo Bruce, con un padre difficile, alcolista e depresso e pochi soldi in tasca. Crescendo, capisce facilmente quale sarà la sua strada e si batterà strenuamente per arrivare al successo, tra porte in faccia, concerti annullati senza un perché o malpagati. Nonostante l’enorme talento, sarà infatti un cammino lungo e difficile verso il successo e la realizzazione dei suoi sogni e vi rimando alla lettura del libro per constatarlo, il mio parziale riassunto non renderebbe giustizia alle oltre 500 pagine del racconto della sua vita.
Ciò che ritengo utile sottolineare, consigliandovi vivamente di leggere l’autobiografia, è che al di là dei fatti raccontati (sempre molto interessanti e spesso divertenti), della genesi e realizzazione dei dischi (vere opere d’arte per la cura e l’attenzione dedicata ad ogni nota o parola), della vita quotidiana del musicista (che è anche uomo, marito, padre), quello che maggiormente si manifesta è il VERO Bruce. Per noi “malati” di Springsteen non è una sorpresa, ma sicuramente una piacevole conferma constatare quanto sensibile, quanto intellettualmente raffinato sia il nostro rocker preferito. L’attenzione che egli pone verso gli altri, verso i bisognosi e gli ultimi, così come verso i problemi che la gente comune affronta ogni giorno, la coerenza delle sue scelte di vita e artistiche, lo rendono davvero un uomo speciale. La sua grande sensibilità lo ha spesso e ripetutamente portato a crisi depressive che da grande uomo qual è, affronta con coraggio e determinazione e ce ne parla diffusamente e onestamente. Quanti, arrivati al successo planetario come lui, ne parlerebbero così francamente in un libro? Solo chi, come Bruce, è autentico, vero, sincero verso sé stesso, verso la sua famiglia e verso i suoi fans. “Ho passato la vita a combattere, studiare, suonare e lavorare perché volevo ascoltare e conoscere tutta la storia, la mia storia, la nostra storia, e capirla per quanto possibile. Volevo capirla per potermi liberare dalle sue influenze più deleterie, dalle sue energie negative, per esaltarne e onorarne la bellezza e la forza e per poterla raccontare agli amici, alla mia famiglia e a te.”
Quanto ho scritto finora, non è indirizzato a chi lo conosce, bensì a coloro che non l’hanno mai visto dal vivo o che non hanno mai letto con attenzione le parole delle sue canzoni. L’autobiografia di Bruce è un bellissimo libro, molto ben scritto, che avvince come un romanzo, che ci fa riflettere per i tanti argomenti che tratta, che ci diverte con episodi buffi, che ci accompagna nel meraviglioso mondo del rock, che ci fa sentire partecipi della sua vita. Una lettura che amerà chiunque, quindi, e che vi convincerà a venire al prossimo concerto (io ci sarò!).
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