La storia è narrata in prima persona da Circe stessa. E’ una figura complessa, è una maga dai nobili natali, figlia di un dio, Elios, e della ninfa Perseide, ma che, nonostante ciò, viene dotata alla nascita di pochi poteri divini. Il suo carattere ombroso e scostante la rende antipatica e invisa ai fratelli e ai parenti. Esiliata dal padre sull’isola di Eea, affinerà le sue tecniche magiche creando potenti pozioni e diventando così forte e caparbia. Nel bel racconto della Miller, Circe avrà una vita tormentata dagli incontri/scontri con personaggi mitologici che ben conosciamo, come Dedalo, il Minotauro, la crudele Scilla, vivrà una passione travolgente con Glauco e si innamorerà perdutamente di Ulisse. Mi ricordo poco, sinceramente, dell’Odissea, ma lo stile coinvolgente e la trama avvincente del romanzo non mi fanno rimpiangere il poema omerico, anzi, mi ha fatto venire la voglia di rileggerlo. Circe lì non aveva un ruolo predominante, anzi, era un personaggio secondario, l’ennesimo contrattempo che impedisce a Ulisse di tornare dalla sua Penelope. La scrittrice americana invece, la mette al centro e ce la descrive come una donna divisa tra due mondi diversi, il divino e l’umano, senza tuttavia riuscire ad appartenere veramente né a uno né all’altro. A me è sembrata profondamente umana, una donna che lotta per la sua indipendenza, che prova passioni, amore, tormenti e, come tante altre, di tutte le epoche, fatica ad imporsi e a risolvere i propri conflitti interiori. E il finale, non poteva essere diverso da quello che l’autrice, molto coerentemente, sceglie per il suo personaggio.
Non mi resta quindi che consigliarvi di leggere questo avvincente romanzo per un salutare e divertente tuffo nel sempre affascinante mondo dei classici, ringraziare Feltrinelli per il regalo e suggerirvi di fare la tessera!
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