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Mercoledì, 19 Settembre 2018 15:06

TREDICI MODI DI GUARDARE, Column McCann, Rizzoli

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Nel blog, ho già parlato di Column McCann, un autore al quale sono particolarmente affezionata (Transatlantic, Questo bacio vada al mondo intero); non mi sono fatta scappare il suo ultimo libro, una raccolta composta da un romanzo breve e tre racconti: amici, imperdibile!

Il titolo è quello di una poesia di Wallace Stevens, poeta statunitense (1879-1955) al quale McCann prende in prestito i versi per intitolare i tredici capitoli della prima novella. Il protagonista, un anziano giudice accudito e mortificato da una badante brava ma invadente, viene aggredito per strada. Nonostante le telecamere, dunque le tante possibilità di rivedere l’episodio, la verità su quanto accaduto non è chiara. Nel racconto, l’autore alterna la narrazione del crudele attacco e delle indagini per scoprire il colpevole, al flusso di pensieri dell’anziano che ripensa alla vita trascorsa, intrappolato com’è in un corpo che fatica ad accettare. McCann ci invita a riflettere sul tempo che passa, sulla sua lenta quotidianità, sull’inevitabile avvicinarsi della fine. “La crudeltà del tempo. Mai abbastanza quando ne hai bisogno. Sempre troppo quando non ti serve.” “Più conosciamo il tempo, meno ce ne resta. Meno ce ne resta, più ne vogliamo.” Quanto malinconico/triste/deprimente può essere diventare vecchi?

Il secondo racconto “Che ore sono adesso, lì da te?” è un esperimento secondo me irresistibile, nel quale l’autore costruisce il testo poco alla volta, ipotizzando man mano personaggi e situazioni, fino alla realizzazione di una dolcissima telefonata tra una soldatessa marine in Afghanistan e la sua famiglia in America. L’ho letta d’un fiato, mi si è impressa nel cuore e nella mente.

Il terzo racconto, Sh’khol, espressione ebraica che indica la perdita dei propri figli (non esiste un termine in italiano, né in inglese o in francese) è la storia struggente di una madre che perde di vista il figlio sordo. Quanta ansia proviamo per questa povera donna, separata, sola, in un paese ostile perfino nel clima, nella sua angosciosa giornata alla ricerca del ragazzo!

Nel quarto racconto, “Trattato”, una anziana suora si trova a ripercorrere un’odiosa violenza subita da giovane, rivedendo all’improvviso il suo aguzzino. Di nuovo quindi l’autore affronta il tema del passato, i traumi subiti, l’ingiustizia.

In ognuna delle quattro storie del libro, troviamo il protagonista in un momento critico della propria vita, quando un drastico cambiamento sta per accadere. I personaggi si trovano soli di fronte all’imprevisto, che affrontano con coraggio, ma senza il conforto di una persona cara. Ognuno di loro reagisce con dignità alle violenze e alle ingiustizie subite, e li giudichiamo ammirevoli, perché saranno in grado di perdonare.

Trame solide, ben costruite, con personaggi credibili e indimenticabili, una scrittura chiara, scorrevole, ricca di immagini fanno di questo libro una lettura indimenticabile!

 

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Letto 1671 volte Ultima modifica il Lunedì, 21 Giugno 2021 10:21

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