I cinque spassosi racconti hanno come protagonisti un autore esordiente, un grande scrittore in crisi d’identità, un editore senza scrupoli, vari operatori che popolano case editrici o librerie. I personaggi descritti con grande senso dell’ironia e spesso con sarcasmo, potrebbero esistere davvero. Sono ironicamente tutti presi dal sacro fuoco della missione culturale ma, sotto sotto, non fanno altro che assoggettarsi alle regole del marketing e dei profitti delle vendite.
Sarebbe bello poter verificare se davvero, negli uffici delle case editrici, nelle case degli scrittori o degli addetti stampa, accade quanto raccontato da Manzini. Per noi lettori, è difficile capire quali principi, quali norme regolino le scelte editoriali. Ingenuamente, mi piace pensare che vengano pubblicati solo libri “belli”, ma purtroppo non dev’essere così. Manzini sembra suggerire che l’unica strada perseguita, se sei un editore, uno scrittore, un libraio, piccolo o di successo, sia il vile mercato, cioè quanto vendi (e fatturi) e chi se ne importa se gli scaffali delle librerie sono pieni di robaccia. Altro che missione culturale!
Certo è che trovare libri veramente degni di essere letti e di cui conservare memoria è sempre più difficile, proprio per la vastità della proposta. Per scovarne uno davvero valido, ne devi leggere dieci, perché ognuno viene presentato come il capolavoro irrinunciabile e imprescindibile dell’anno. Ma voi, amici di Passione per i libri, avete il blog che, nel suo piccolo, fa del suo meglio per consigliarvi buone letture. E il riferimento qui, è assolutamente intenzionale!
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