A Orient, un villaggio poco conosciuto di Long Island, prevalentemente abitato dai proprietari di sempre e non ancora preso d’assalto dal turismo, sta per succedere di tutto. Alcuni omicidi turbano il quieto vivere della popolazione, schierata in fazioni pro o contro il rinnovamento urbanistico, necessario secondo alcuni, pericoloso per la salvaguardia dell’ambiente, secondo altri. La polizia indaga e punta il dito contro Mills, un giovane tossicodipendente ospite di Paul, che l’ha preso sotto la sua ala protettrice per redimerlo e farsi aiutare nella ristrutturazione della vecchia casa di famiglia. Il giovane si proclama innocente e solo Beth, anch’essa recentemente tornata sull’isola dopo anni a New York, gli crede e lo aiuta nelle indagini. Tanti sono i personaggi coinvolti nella vicenda e numerosi i colpi di scena che, fino all’ultimo capitolo, tengono in sospeso il lettore per il sorprendente finale.
Ma la trama qui brevemente raccontata non deve trarre in inganno (come è successo a me). Il libro è a mio parere abbastanza noioso, soprattutto nella prima parte, quando l’autore lascia presagire chissà quali eventi, che poi invece non succedono. Ne accadono altri, ma che sono così improbabili e inverosimili (non stiamo parlando di un libro alla Stephen King) che mi hanno lasciato un po’ di delusione e insoddisfatta.
Insomma, pensavo meglio….
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