Qualche anno fa ho visitato con la mia famiglia per alcuni giorni la Sicilia. Eravamo accompagnati da una guida turistica che spessissimo citava Tomasi di Lampedusa e il suo capolavoro. Mi è venuta voglia quindi di rileggerlo (era stata una lettura “obbligata” del liceo) e, entrando nella prima libreria sulla strada, l’ho comprato e letto nei tempi morti di quella bellissima gita.
Che libro stupendo!! E’ un romanzo molto introspettivo per essere considerato solo storico, ma troppo dettagliato nella descrizione degli eventi dell’epoca per essere un romanzo psicologico. Naturalmente nulla potrei aggiungere a quanto già ampiamente detto e scritto da commentatori molto (ma molto) più autorevoli di me. Posso però scrivere della mia esperienza di (ri)lettura di questo romanzo.
Essere in Sicilia e contemporaneamente leggere le descrizioni così accurate di una terra meravigliosa che, nonostante la mano dell’uomo, ancora offre paesaggi spettacolari, mi ha dato sensazioni acute e piacevolissime. Tanto è cambiato ovviamente dall’epoca del romanzo, ma non la natura, non la luce, non i profumi di una terra che naturalisticamente offre ancora oggi moltissimo. Ritrovavo tutto ciò intorno a me e nelle stupende pagine dell’opera.
I profumi, i colori della Sicilia sembrano fondersi nel personaggio principale, il principe Fabrizio Salina. Egli è un uomo carismatico, complesso alla fine della vita. Mostra una calma esteriore, ma interiormente combatte una dura battaglia contro sé stesso, i suoi ideali e i suoi sensi di colpa. Intorno a lui, il lento ma inesorabile crollo delle istituzioni e dei costumi sociali, la fine di un’epoca e di una Sicilia che cambierà rapidamente. Virile e autoritario nelle prime pagine, perde linfa vitale man mano che si arrende all’età e al mutare della situazione. È profondamente triste perché sente avvicinarsi la fine, la sua e di tutto quello in cui ha sempre creduto. La delusione che egli prova per il presente e nessuna speranza per l’avvenire lo rendono scettico e disincantato.
E se da ragazzina avevo subito il fascino della personaggio di Angelica, bella fanciulla che tutti vogliono sposare, e seguito con interesse principalmente la vicenda amorosa, in questa rilettura ho apprezzato molto di più il maturo Fabrizio e il suo animo complesso e tormentato.
Come diceva l’autore stesso, il Gattopardo è un libro da leggere e assaporare con grande attenzione, ogni frase nasconde infatti un senso più profondo. Bisogna gustarne ogni parola, magari sorseggiando un Nero d’Avola, sdraiati all’ombra in un tardo pomeriggio d’estate…
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